venerdì 30 giugno 2017

10) Milwaukee

A pronunciare il nome della tappa di oggi si planca un mondo, un universo intero....Milwaukee....
Per chi, come me, è nato negli anni 70 questo nome vuole dire una cosa sola; Happy days; ed happy days significa la conoscenza di un'America e di una generazione favolosa, spensierata, libera, felice....
Penso a tutte le puntate che ho visto...a ritchie, a Fonzie, ad Arnold's.....e penso che nulla di tutto questo centra con Milwaukee, in quanto la serie è stata interamente girata a Los Angeles.....ma il nome lo stesso ha un fascino e un potere evocativo immenso, almeno per me.
Tutti sanno, però, che Milwaukee non significa soltanto Happy Days; significa anche Harley Davidson, un marchio che ha folle adorani in tutto il mondo; io non sono esattamente un appassionato di moto americane, ma è una tappa inevitabile anche per me.
La prima visita che farò oggi sarà proprio alla fabbrica motociclistica, che dista poche centinaia di metri dalla stazione Greyhound.
Il biglietto costa 20 $, c'è poca gente, ; ti dicono che puoin fare foto ma è assolutamente vietato toccare le moto esposte.



Si sale al primo piano ed inizia l'esposizione; è strutturata in ordine cronologico, dal modello più vecchio, la prima Harley Davidson mai prodotta, datata 1903, ai modell dei giorni nostri.
Ci sono le moto usate nella prima e nella seconda guerra mondiale, quelle in uso alle polizie amricane, i modelli particolari come il chopper America usato da Peter Fonda in Easy Rider, fino ai modelli dei giorni nostri.
Alla fine il consueto Shop dove si può acquistare qualsiasi oggetto del merchandise ufficiale.
La mostra è molto interessante, in circa tre ore si completa.
Alcune fotografie dal museo.
















Mentre esco dal museo Harley Davidson e cammino verso il centro di Milwaukee, penso che probabilente ho esagerato in questo viaggio; oltre alla stanchezza fisica, sta sopraggiungendo un sovraccarico di emozioni...troppe tutte insieme, penso che ormai vedo luoghi leggendari come se fossero banali....ma oggi non posso proprio fermarmi, un vecchio amico mi aspetta lungo il riverwalk di Milwaukee.
Il centro della caoitale del Wisconsin è curato ed elegante; una passeggiata lungo il fiume dove incontro poche persone; verso la fine della passeggiata incontro il mio amico, e facciamo qualche foto insieme.






Sto un pò con lui, e lo lascio alla fine a salutare con i pollici alzati chi passa di li, dopo avergli detto grazie per la compagnia che mi ha tenuto parecchi anni fa.
Torno alla Greyhound Station; in breve sono nel mio letto dell'ostello di Chicago; domani inizia la terza e ultima parte di questo viaggio infinito, la frontiera con il Canada, Toronto e le cascate del Niagara.

giovedì 29 giugno 2017

11) Toronto e le Cascate del Niagara

Un altra notte in Greyhound, 12 ore di viaggio mi portano alla prossima meta; Toronto; il bus che parte da Chicago e semivuoto e posso dormire fino a Detroit, dove dobbiamo cambiare mezzo.
Ho due ore di tempo e siamo nel cuore della notte; mi viene il pensiero di prendere un taxi e fare un breve giro per la motor city americana; ma un pò il budget che ormai è stremato, è un pò quello che vedo uscendo dalla stazione, è cioè la solita città americana già vista e rivisti mi fanno desistere; aspetto quindi il Greyhound per Toronto.


Appena partiti da Detroit si imbocca il Windsor tunnel, confine con il Canada; questa volta i controlli sono veloci, sià in uscita che in ingresso; i doganieri canadesi sono molto più accomodanti di quelli americani; scherzano e sono più rilassati;
Guardo con orgoglio il mio passaporto; adesso ho i 3 timbri dei 3 Paesi che ho attraversato.
Il panorama è diverso da quello statunitense; campi spogli e poche case, nessuna cittadina di rilievo attraversata, tutto sembra molto più "provinciale" più periferico.
Arriviamo quindi a London , una grossa cittadina di 200000 abitanti; il mbus, fino a quel momento semivuoto si riempie fino all'ultimo posto; sarà che ormai sono stanco ma la cosa mi infastidisce, e le restanti 3 ore fino a Toronto mi sembrano eterne. 


Con un taxi raggiungo l'ostello, anche qui devo limitare le spese; pero' è proprio in centro, a pochi passi da Yonge Street, la via principale della città.
Mi sistemo e rimando l'esplorazione al giorno successivo; l'ostello ha un pub e mangio qualcosa li,
Il mattino successivo comincio appunto a percorrere Yonge Street, e vado presso il nuovo municipio della città; è stato costruito di fianco a quello vecchio, che ha un fascino superiore e continua a fare bella mostra di se.
Da questa parte della città si vede bene il simbolo principale della città canadese; la CN Tower.





Chiedo all'ostello dove posso mangiare non spendendo molto, e mi indicano il St. Lawrence market, un mercato coperto poco distante.
Faccio un giro piuttosto lungo per arrivarci, e il pomeriggio lo dedico quindi a visitare il distretto di Old Town Toronto, la parte vecchia della città; vedo così il primo ufficio postale della città, la bella Little Trinity Church e il distretto delle distillerie, prima di terminare ilk mio giro al mercato coperto.
I molti giorni di questo viaggio si fanno sentire e limitano la mia autonomia.






       

Passata una buona nottata all'ostello e fatta una buona colazione esco; oggi non ho nulla in particolare da fare se non girare per il centro di Toronto, e mi dirigo Dundas Square; questa piazza è considerato il vero cuore di Toronto, ed assomiglia ad una piccola Times Square, con i pannelli luminosi, gli artisti di strada la musica.
Cammino quindi verso la zona del porto; i grattacieli le vie eleganti, i condomini extrakusso.....
Passo sotto alla CN Tower, ma non salgo; credo che non aggiunga nulla a quanto già visto, e i soldi sono quasi terminati ormai....
Passo tutta la giornata così; visito l'Air Canada Centre, e a sera ritorno in Dundas Square, illuminata e piena di gente.
Mi è piaciuta molto Torontp, più di alcune città americane; la parte nuova è praticamente identica a una qualsiasi città statunitense, ma quella vecchia conserva un fascino, un'atmosfera, che raramente ho visto in alcune città statunitensi.
Vado a dormire presto, domani l'ennessimo momento emoziante di questo viaggio incredubile; le cascate del Niagara.










Mi sveglio presto, e andando alla stazioone degli autobus passo davanti alla Hockey hall of fame; non la visito, ma va ricordato che Toronto è la capitale mondiale di questo sport.

Dalla coach station di Bay street a Toronto partono frequenti corse per la cittadina di Niagara Falls; il viaggio dura circe due ore.
La piccola stazione degli autobus è abbastanza distante dal centro città, ma la passeggiata è piacevole, si costeggia il fiume Niagara, quando dopo circa mezzora, si vede sulla sinistra il Rainboe bridge, che separa la città canadese, dalla sua gemella statunitense che ha lo stesso nome; l'attraversamento dalla parte canadese a quella americana costa 50 centesimi di dollaro, mentre il tragitto inverso è gratuito.


L'uscita a piedi dal Canada non presenta problemi, una veloce occhiata al passaporto e via; l'ingresso sul suolo statunitense, persino a piedi è lungo; il poliziotto vuole sapere quanto tempo mi fermo, se conosco qualcuno negli Stati Uniti; quando poi vede il tagliando di ingresso con il Timbro di Laredo si stupisce molto....ma sei entrato così lontano? ma come hai viaggiato? e perchè; alla fine mi da un nuovo tagliando ed entro nella Niagaar Falls americana; il piazzale antistante al ponte è adibito a parcheggio, faccio un breve giro e capisco che quello che tutte le guide riportano è vero; la vista è molto più spettacolare ed appagante dal lato canadese.
Aggiungo un cartello di confine americano, alla mia collezione; il ricordo più bello di questo lato delle cascate del Niagara saranno comunque i tanti simpatici scoiattoli che ho visto qui.


Ritornato sul lato canadese cammino verso la parte più spettacolare delle cascate, chiamate a ferro di cavallo, dove è presente il centro visitatori; tanto per cambiare per salire al primo piano e godere di una visuale ancora più spettacolare occorre pagare, e rinuncio, le Cascate sono meravigliose anche dal punto in cui mi trovo.
La cittadina sembra un pò un luna park, con i casino e le troppe attrazioni turistiche.
Compro qualche souvenir e mi godo il panorama; sarà la fama che le accompagnano ma sono davvero meravigliose.
Idealmente questò è il termine del mio viaggio; "Dakke Piramidi maya alle cascate del Niagara" era il suo nome; seduto su una panchina ripenso a tanti momenti, a tante persone conosciute.
Mi sento davvero soddisfatto e felice; orai l'atmosfera è per già malinconica, e continuo a ripensare ai tanti momenti belli che ho vissuto nell'ultimo mese, mentre ripercorro il percorso inverso fino alla stazione Greyhound.
Torno nella mia camera  Toronto, domani sera un autobus mi porterà a Port Authority, la stazione principale degli autobus di Manhattan, New York City