mercoledì 12 luglio 2017

0) Prologo- Panamericana

Inauguro questo piccolo e personale spazio con il percorso di questo viaggio affascinante attraverso i 3 Paesi del centro-nord America.
Questo è un viaggio che sogno da sempre, percorrere un bel pezzo della mitica strada Panamericana...

Arriverò a Citta del Messico, e risaliro lungo la strada, fino al confine con gli Stati Uniti, li attraverserò, prima visitando gli Stati del profondo sud, poi risalendo verso Chicago, Detroit, entrando in Canada, fino a Toronto, per poi rientrando negli Stati Uniti, visitando le  cascate del Niagara, per terminare il mio viaggio a New York, dove dall'aeroporto JFK rientrerò in Italia.
La parte della pianificazione è stata tutto sommato semplice; ho solo dovuto scegliere le soste principali, lasciando poi la gestione delle singole tratte al momento della loro realizzazione; ho preferito darmi tutta l'elasticità di cui sentivo di avere il bisogno, e che il viaggiare da soli concede.
Come diceva Bruce Chatwin, viaggiare da soli fa viaggiare due volte; fuori di se, nel mondo e dentro di se; perchè ti obbliga a una interazione che il viaggiare in gruppo non concede; da solo devi gestire ogni momento del viaggio, che è quello che rende un viaggio già affascinante, veramente memorabile

Viene un momento in cui devi decidere riguardo ai tuoi sogni; o li fai restare sogni, chiusi in un cassetto, o quel cassetto un bel giorno lo apri; per me quel giorno è arrivato....

Ci sono sogni che diventano viaggi....e ci sono viaggi che diventano sogni....


martedì 11 luglio 2017

1) Il primo passo di un lungo viaggio; Città del Messico

Questo lungo viaggia ha inizio nella capitale messicana; la durata delle varie tappe le deciderò sul momento, basandomi sulle mie sensazioni, cercando di non partire per la tappa successiva fino a quando non saró riuscito a cogliere almeno un pizzico dell'essenza del posto.
Da città del messico mi sposterò sempre più a nord, percorrendo tutti gli Stati Uniti, entrando in Canada per vedere Toronto e le cascate del Niagara, rientrando negli Stati Uniti, dove da New York, rientrerò in Italia.
In aeroporto, aspettando il mio volo, ripasso per la millesima volta i dettagli del mio viaggio, le tappe...sono emozionato come sono stato poche altre volte in vita mia.


Dopo 12 ore di volo in cui ho visto solo l'azzurro dell'oceano Atlantico, compare sotto il mio sguardo Città del Messico.
La prima impressione è quella di un gregge disordinato di pecore che pascola sul fianco di una collina.
Ci vuole un pó prima che le case diventino palazzi e infine grattacieli.
Le formalitá per l'ingresso sono piuttosto lunghe; occorre dichiarare il motivo del proprio viaggio, la durata, I recapiti dove essere raggiungibili.
Le stesse domande mi vengono poste dalla poliziotta alla quale porgo I moduli e il passaporto; è tutto a posto, ma vuole vedere il biglietto di ritorno; quando vede che è dal Jfk di New York, mi guarda strana; io le spiego che passerò il confine con gli Stati Uniti via terra a Nuevo Laredo...
Non troppo convinta mi timbra il passaporto; sono in Messico.
All'area arrivi la solita ressa che si trova quando si arriva in un Paese povero; cambiavalute, cacciatori di clienti per alberghi, tassisti abusivi.
Resisto a tutti e raggiungo un taxi ufficiale....l'autista ascolta Born in the U.S.A., ironico, penso.
Arrivo in camera, rimando tutto a domani.
Il mio albergo è a due passi dalla piazza principale; Plaza de la Constitucion, che tutti chiamano lo Zòcalo; qui secondo I fondatori della città si trovava il centro dell'Universo.
Su questa grande piazza si trovano la Cattedrale, un edificio massiccio in pietra grigia, che mi sembra persino minaccioso, il Palacio Nacional, sede del governo del Messico, il Templo Mayor, il palazzo che ospita gli uffici comunali.
Una enorme bandiera messicana viene alzata ogni mattina

Al mattino mi dedico quindi alla visita dello Zocalo, al pomeriggio esploro le vie che vi confluiscono; l'avenida 5 de mayo, la calle de Tacuba, l'avenida Francisco Madero, isola pedonale e passeggio elegante.
La via è dominata dalla sagoma della Torre Latino Americana, uno dei simboli della cittá, e confluisce nel Paseo della riforma, dove si trova uno dei palazzi piú riconoscibili della capitale  messicana, il Palacio de Bellas Artes
Pagando 100 pesos, si può salire all'ultimo piano della Torre Latino Americana e godere di uno straordinario panorama.
Il giorno successivo lo dedico completamente al sito archeologico precolombiano di Teotihuacan.
Dallo Zocalo partono escursioni organizzate, al costo.medio di 650 pesos.
Io, che sono da sempre allergico alle comitive organizzate mi muovo in autonomia; Città del messico ha una rete metropolitana ben sviluppata, di ben 12 linee.
Raggiungo così il Terminal Central Autobuses del Norte, da dove partono gli autobus per il sito archeologico; con pesos comprendenti l'accesso al sito.me la cavo.
Il sito è imperdibile; I pezzi forti sono la Piramide del sole, la terza più grande al mondo dopo quea di Cheope e quells di Cholula, e la piramide della luna.
Ecco I miei scatti di questo sito incredibile.

Il terzo giorno della mia permanenza a città del Messico lo voglio dedicare ai quartieri moderni della cittá; Polanco, Condesa, Roma, zona Rosa.

Sono I quartieri della medio e alta borghesia; quartieri che forse non aggiungono nulla a una visita della città, ma che voglio lo stesso vedere, per avere una visione completa.
Viali larghi e alberati, palazzi nuovi, le botteghe dei grandi nomi .
Soprattutto Polanco da l'idea del livello della borghesia messicana, Porsche ovunque, le botteghe di Rolex e Cartier....si potrebbe essere davvero a Roma,  a Parigi...
Passeggio pigramente tra questi viali, percorro Avenida Masaryk, il viale principale di Polanco, e rientro all'albergo

Oggi sarà il mio ultimo giorno a Città del Messico; ci sono ancora due cattedrali che voglio assolutamente visitare; 
Una Sacra, la basilica di nostra Signora di Guadalupe, l'altra profana lo Stadio Azteca.

La prima è il luogo di culto più importante di tutto il cattolicissimo Messico; il santuario venne costruito in seguito ad una apparizione della Vergine Maria, riconosciuta autentica dalla Santa Sede.
C'è una folla enorme, sono contento di essere qui.


Lo stadio Azteca, almeno per noi italiani, è uno dei più importanti al mondo, quello di Italia Germania 4 3 non potevo assolutamente partire senza farci un salto
Città del Messico, dunque, come destinazione "merita"?
Secondo me si, se si arriva in Messico qui sarebbe davvero un peccato fuggire subito verdo le spiagge dello Yucatan o di Quintana Roo senza degnare questa città di considerazione.
Il suo affascinante centro storico, il sito di Teotihuacan, due o tre giorni li meritano.
E' pero vero che si può fare un discorso simile a quello per Istanbul; Città veramente sterminate, ma quello che può avere interesse per un visitatire é raccolto in un'area relativamente piccola.
E poi c'è il discorso traffico/sovraffollamento; c'è una folla straripante, eccessiva, ovunque.
La metropolitana é indescrivibile, devi aspettare due o tre treni per salire.
In centro cammini costantemente in mezzo alla ressa; ad ogni passo una mano che vuole allungarti una pubblicitá....
Le ultime foto sono dedicate a questo aspetto, anche se sono ben lontane dal rendere l'idea.

lunedì 10 luglio 2017

2) Da Città del Messico al confine con gli Stati Uniti

Sono stato a Città del Messico 5 giorni, un pò più di quello che avevo preventivato; ma sono soddisfatto, ho visto tutte le cose che volevo vedere, e penso di averla capita un pochino.
È ora di cominciare a dirigersi a nord; nelle intenzioni avrei dovuto prendere un autobus pet Monterrey, la terza città più grande del Messico, con quasi 5 milioni di abitanti, situata quasi 1000 chilometri a nord.
Valuto la situazione e decido di acquistare un volo con Aeromexico, la compagnia di bandiera messicana, spendendo circa 140 euro.
E così le preventivate 12 ore di autobus diventano meno di due ore di volo, e arrivo nella città chiamata la Sultana del norte.
Salto su un taxi che mi porterá in centro; attraversiamo una campagna costeggiata di abitazioni basse, attorno a me un panorama quasi alpino, con montagne all'orizzonte.
Sorpassiamo di continuo camion esausti, macchina scassate; già da adesso lo scenario mi sembra lontanissimo da quello di città del Messico; questa impressione verrà ampiamente confermata in seguito.
Il mio hotel, il Fundador, é nel Barrio Antiguo, il centro storico di Monterrey; la ragazza alla reception non parla inglese, e mi sembra strano....gli Stati Uniti sono a un passo di qui.....
Sistematomi in camera, esco per cercare un posto dove cenare....percorro strade buie, non un locale aperto....
Le strade e I marciapiedi sono rotti, si cammina a fatica....mi sembra di essere in una periferia brasiliana...penso a Città del Messico, al suo centro almeno, e mi sembra distante anni luce.
Alla fine trovo una pizzeria....mi ispira davvero poco....ma sono stanco e ho fame, entro.
I pochi avventori mi guardano stupiti, ma ormai ci sono abituato, ordino due pizze, mangio in fretta, rientro in albergo....
Non starò molto a Monterrey, giusto il tempo di farmi un'idea della cittá;
La prima cosa che faccio il mattino successivo e recarmi al Terminal degli autobus Greyhound, per comperare un biglietto per Houston
Sono circa 750 chilometri da fare in 13 ore, contando anche tempo per passare la frontiera a Nuevo Laredo/Laredo; voglio arrivare a Houston in mattinata per fare le cose con comodo, arrivare in aeroporto e prendere la macchina a noleggio; il bus delle 22:30 che arriva alle 11.15 è perfetto.
Compro il biglietto per il giorno dopo, voglio godermi ancora un pò il Messico

Riprendo la metro e scendo a Cuahtemoc, dove ritrovo un traffico osceno e la stessa aria irrespirabile che già conosco; sinceramente lo scenario mi entusiasma poco e vorrei tornare in albergo.
Rrsisto e faccio due passi per il centro della città;

Mi sento un pò spaesato, sento gli sguardi della gente addosso, un turista straniero deve essere raro da queste parti.
Viene ora di pranzo; tra i tanti locali scelgo Don Orlando, e capisco, di nuovo, la distanza che c'e' tra Monterrey e Città del Messico; questo à un ristorante messicano autentico, per messicani; dal menu scelgo a caso; Tacos de bistek, dovrei andare sul sicuro.


E' sorprendentemente buono e pago poco; non una persona tra camerieri e clienti che parla una parola di inglese.
Rientro in albergo, ho avuto quell'esperienza di Messico profondo che cercavo; Monterrey non mi sembra poi così pericolosa, la fama che ha è forse immeritata.
Ed è arrivato il momento di prendere il mio primo autobus Greyhound, destinazione Dallas: io scenderò a San Antonio, salgo con emozione

domenica 9 luglio 2017

3) L'ingresso negli Stati Uniti e il Texas

Mentre l'autobus da Monterrey viaggia verso il confine statunitense penso a quanti cercano di percorrere questa strada ogni giorno, nella speranza di raggiungere una vita migliore: il paesaggio è piatto e monotono, non incontriamo nessuna città di una certa grandezza, solo pochi gruppi di case sparse.
Fino a quando, quasi all'improvviso, mi ritrovo in una città che mi sembra un enorme mercato; bancarelle ovunque, traffico disordinato, un sacco di gente che cammina a bordo strada: siamo arrivati a Nuevo Laredo, città che è divisa dal Rio Grande da Laredo, la sua gemella statunitense.
Arrivati alla stazione degli autobus ci fanno cambiare mezzo; ci ritroviamo subito incolonnati nel traffico che conduce al posto di controllo con gli Stati Uniti; vedo la star spangled banner sventolare e l'emozione aumenta:

 Sale il Border patrol, i miei pochi compagni di viaggio mostrano un foglio e il doganiere controlla; quando vede il mio passaporto italiano mi dice di scendere dall'autobus, prendere il mio bagaglio e seguirlo.
Mi porta a tre colleghi che mi chiedono di aprire completamente lo zaino e guardano ogni oggetto contenuto; un'agente donna guarda il mio passaporto e mi chiede perchè passo il confine via terra; le spiego del mio viaggio e lei ascolta con interesse, mi dice che le piace.
Guardano persino le foto scattate, sono molto sospettosi; a un certo punto punto dicono che posso rimettere tutto nello zaino, io penso che sia finita qui; invece la stessa agente bionda mi dice di seguirla e mi porta in una stanza dove ci sono tre poliziotti al computer; mi prendono le impronte digitali di entrambe le mani, mi fanno la scansione dell'iride...
Finalmente il terzo mi timbra il passaporto e posso tornare al bus che farà 40 minuti di ritardo per colpa mia.
Pochi minuti e ci fermiamo alla coach station di Laredo; guardo il cartello e mi aspetto di vedere sbucare Tex Willer e Kit Carson da un momento all'altro.


Le ore di viaggio tra Laredo e San Antonio passano in fretta; arrivo a San Antonio all'una di notte, e il Greyhound per Houston partirà solo alle 6; la città mi sembra un deserto; nei dintorni della stazione non c'è assolutamente nessuno; in compenso dentro un bel pò di persone che dormono; anziani con il berreto da veterani del Vietnam,  giovani; è il primo incontro con i tantissimi homeless che ovunque incontrerò.



Cammino verso downtown a intuito; ancora non ho il navigatore visto che la sim americana l'acquisterò solo a Houston; non ne ho però bisogno, visto che subito un ragazzo mi avvicina e mi chiede un dollaro; si chiama Tom e gli offrp una birra da un bar aperto; concludo con lui il mio primo deal statunitense; la birra e 5 dollari se mi fa fare un giro di San Antonio e mi porta al famosissimo Forte Alamo.
Affare fatto; la città è veramente spettrale; da poco è passata l'una ma non c'è veramente nessuno; semafori lampeggianti,  incontro solo homeless che dormono sulle panchine e qualcuno che cammina barcollando; Tom mi dice che è normale non c'è lavoro e la crisi ha messo in ginocchio tanti....penso a casa mia, e in fondo non è così diverso.
Arriviamo all'Alamo; chiedo a Tom di farmi una foto e dico "Remember the Alamo", Tom ride
Torniamo alla coach station, saluto Tom e aspetto le 6 del mattino
Il viaggio verso Houston passa veloce, dalla interstate il panorama non è molto interessante. ma prima di potermi annoiare troppo i grattacieli  della città texana più grande mi danno il benvenuto; Prendo il bus verso l'eroporto. acquisto una Sim per poter utilizzare il navigatore e ritiro la macchina; avevo chiesto una macchina piccola, tanto sono solo, ma l'addetta dell'autonoleggio è sicura; una Dodge Jouney 2000....più piccola di così, mi dice....


 la ritiro, faccio le  prime miglia dirigendomi verso la Interstate 10 che mi accompagnerà a lungo.
Devo fermarmi a convincermi che è tutto vero e controllare; si sto davvero guidando in Texas una macchina con su scritto, sulla targa "The lone star state"

La Interstate 10 è la terza più lunga degli Stati Uniti; collega Los Angeles a Jacksonville in Florida attraversando tutti gli stati del sud; Da Houston mi dirigo verso est e la prima cosa di cui mi accorgo è che sono circondato da macchine enormi, ma tutte rispettano rigorosamente il limite delle 80 miglia all'ora.
Appena finita la periferia di Houston il paesaggio torna ad essere piatto e monotono, Sono già quasi le 5 e decido di uscire dalla interstate per cercare un posto dove passare la notte; sono nella cittadina di Beaumont a poca distanza dal confine con la Louisiana e non ho che l'imbarazzo della scelta; ai due lati della strada ci sono i famosi motel americani....c'e ne sono tantissimi e i prezzi di assomigliano tutti, dai 54 ai 64 dollari a notte; ne scelgo uno con la bandiera texana che sventola sul tetto, fa parte della catena Day's Inn.
Beh, sono proprio come nei film...parcheggio il Dodge proprio davanti alla porta della camera...
Per 59, 90 dollari ho una camera con letto King Size ela prima colazione; per me che sono alto quasi due metri è l'ideale...una comodità incredibile.
Concludo la mia prima serata texana con un salto al vicino supermarket dove vado a comperare qualche provvista; all'ingresso, nello stand delle riviste, rimango colpito dai tanti magazines che trattano armi....Questo è il Texas.... 




Se la notte è stata fantastica, la prima colazione mi delude; caffè dalle macchinette automatiche e per la maggior parte prodotti confezionati; ma non ci faccio tanto caso; Il Dodge mi attende e riparto verso est; tra poche miglia entrerò in Louisiana.