domenica 9 luglio 2017

3) L'ingresso negli Stati Uniti e il Texas

Mentre l'autobus da Monterrey viaggia verso il confine statunitense penso a quanti cercano di percorrere questa strada ogni giorno, nella speranza di raggiungere una vita migliore: il paesaggio è piatto e monotono, non incontriamo nessuna città di una certa grandezza, solo pochi gruppi di case sparse.
Fino a quando, quasi all'improvviso, mi ritrovo in una città che mi sembra un enorme mercato; bancarelle ovunque, traffico disordinato, un sacco di gente che cammina a bordo strada: siamo arrivati a Nuevo Laredo, città che è divisa dal Rio Grande da Laredo, la sua gemella statunitense.
Arrivati alla stazione degli autobus ci fanno cambiare mezzo; ci ritroviamo subito incolonnati nel traffico che conduce al posto di controllo con gli Stati Uniti; vedo la star spangled banner sventolare e l'emozione aumenta:

 Sale il Border patrol, i miei pochi compagni di viaggio mostrano un foglio e il doganiere controlla; quando vede il mio passaporto italiano mi dice di scendere dall'autobus, prendere il mio bagaglio e seguirlo.
Mi porta a tre colleghi che mi chiedono di aprire completamente lo zaino e guardano ogni oggetto contenuto; un'agente donna guarda il mio passaporto e mi chiede perchè passo il confine via terra; le spiego del mio viaggio e lei ascolta con interesse, mi dice che le piace.
Guardano persino le foto scattate, sono molto sospettosi; a un certo punto punto dicono che posso rimettere tutto nello zaino, io penso che sia finita qui; invece la stessa agente bionda mi dice di seguirla e mi porta in una stanza dove ci sono tre poliziotti al computer; mi prendono le impronte digitali di entrambe le mani, mi fanno la scansione dell'iride...
Finalmente il terzo mi timbra il passaporto e posso tornare al bus che farà 40 minuti di ritardo per colpa mia.
Pochi minuti e ci fermiamo alla coach station di Laredo; guardo il cartello e mi aspetto di vedere sbucare Tex Willer e Kit Carson da un momento all'altro.


Le ore di viaggio tra Laredo e San Antonio passano in fretta; arrivo a San Antonio all'una di notte, e il Greyhound per Houston partirà solo alle 6; la città mi sembra un deserto; nei dintorni della stazione non c'è assolutamente nessuno; in compenso dentro un bel pò di persone che dormono; anziani con il berreto da veterani del Vietnam,  giovani; è il primo incontro con i tantissimi homeless che ovunque incontrerò.



Cammino verso downtown a intuito; ancora non ho il navigatore visto che la sim americana l'acquisterò solo a Houston; non ne ho però bisogno, visto che subito un ragazzo mi avvicina e mi chiede un dollaro; si chiama Tom e gli offrp una birra da un bar aperto; concludo con lui il mio primo deal statunitense; la birra e 5 dollari se mi fa fare un giro di San Antonio e mi porta al famosissimo Forte Alamo.
Affare fatto; la città è veramente spettrale; da poco è passata l'una ma non c'è veramente nessuno; semafori lampeggianti,  incontro solo homeless che dormono sulle panchine e qualcuno che cammina barcollando; Tom mi dice che è normale non c'è lavoro e la crisi ha messo in ginocchio tanti....penso a casa mia, e in fondo non è così diverso.
Arriviamo all'Alamo; chiedo a Tom di farmi una foto e dico "Remember the Alamo", Tom ride
Torniamo alla coach station, saluto Tom e aspetto le 6 del mattino
Il viaggio verso Houston passa veloce, dalla interstate il panorama non è molto interessante. ma prima di potermi annoiare troppo i grattacieli  della città texana più grande mi danno il benvenuto; Prendo il bus verso l'eroporto. acquisto una Sim per poter utilizzare il navigatore e ritiro la macchina; avevo chiesto una macchina piccola, tanto sono solo, ma l'addetta dell'autonoleggio è sicura; una Dodge Jouney 2000....più piccola di così, mi dice....


 la ritiro, faccio le  prime miglia dirigendomi verso la Interstate 10 che mi accompagnerà a lungo.
Devo fermarmi a convincermi che è tutto vero e controllare; si sto davvero guidando in Texas una macchina con su scritto, sulla targa "The lone star state"

La Interstate 10 è la terza più lunga degli Stati Uniti; collega Los Angeles a Jacksonville in Florida attraversando tutti gli stati del sud; Da Houston mi dirigo verso est e la prima cosa di cui mi accorgo è che sono circondato da macchine enormi, ma tutte rispettano rigorosamente il limite delle 80 miglia all'ora.
Appena finita la periferia di Houston il paesaggio torna ad essere piatto e monotono, Sono già quasi le 5 e decido di uscire dalla interstate per cercare un posto dove passare la notte; sono nella cittadina di Beaumont a poca distanza dal confine con la Louisiana e non ho che l'imbarazzo della scelta; ai due lati della strada ci sono i famosi motel americani....c'e ne sono tantissimi e i prezzi di assomigliano tutti, dai 54 ai 64 dollari a notte; ne scelgo uno con la bandiera texana che sventola sul tetto, fa parte della catena Day's Inn.
Beh, sono proprio come nei film...parcheggio il Dodge proprio davanti alla porta della camera...
Per 59, 90 dollari ho una camera con letto King Size ela prima colazione; per me che sono alto quasi due metri è l'ideale...una comodità incredibile.
Concludo la mia prima serata texana con un salto al vicino supermarket dove vado a comperare qualche provvista; all'ingresso, nello stand delle riviste, rimango colpito dai tanti magazines che trattano armi....Questo è il Texas.... 




Se la notte è stata fantastica, la prima colazione mi delude; caffè dalle macchinette automatiche e per la maggior parte prodotti confezionati; ma non ci faccio tanto caso; Il Dodge mi attende e riparto verso est; tra poche miglia entrerò in Louisiana. 

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